Proseguono le attività di monitoraggio dei mammiferi in Val Borago, che ci permettono di valutare nel tempo le comunità animali, conoscere la reale presenza delle diverse specie animali e individuare quelle più esigenti dal punto di vista ecologico per poterle tutelare.
Verso la fine di agosto sono stati posizionati 6 registratori audiomoth per rilevare la presenza di chirotteri e 49 trappole sherman, monitorate per 10 giorni consecutivi, per il rilevamento della presenza di micromammiferi. Siamo ancora in attesa dei risultati delle registrazioni che devono essere riconosciute da esperti chirotterologi, ma intanto andiamo a scoprire qualcosa su di loro.
Il termine chirottero deriva infatti dal greco :χείρ chéir, "mano", e πτερόν pterón, "ala", ed è stato attribuito ai pipistrelli proprio per l'arto che permette loro di volare (sono gli unici mammiferi in grado di farlo).
Il patagio, così si chiama la parte membranosa dell’ala, non è altro che una membrana cutanea che si estende fra i lati del corpo e gli arti posteriore e anteriore, quest'ultimo estremamente allungato soprattutto in corrispondenza della mano.
Ma non è solo questa loro caratteristica che rende i pipistrelli interessanti. Essi svolgono anche un ruolo ecologico fondamentale, sia in qualità di predatori notturni di insetti (un individuo è in grado di mangiare fino a 3000 insetti in una sola notte) che di impollinatori. I pipistrelli infatti favoriscono la dispersione dei semi, attraverso la chirotterofilia, ovvero l’impollinazione dei fiori che avviene proprio attraverso i chirotteri.
Tuttavia, a causa delle alterazioni ambientali provocate dall'uomo, i chirotteri sono divenuti uno dei gruppi faunistici più minacciati e quindi monitorarne la presenza è fondamentale per garantirne la sopravvivenza e la conservazione.